
Ci ritroviamo in questo immenso maniero, dalle torri a punta e con un grande portone in legno.
L'aria intorno a noi odora di morte.
La casa sembra abbandonata; il nuovo proprietario ha incaricato noi sensitivi per scacciare definitivamente l'entità invisibile che infesta la proprietà.
Sono più di 100 anni che questo fantasma non fa fare sogni tranquilli a chiunque passi la notte in queste stanze buie e muffite. La leggenda narra che il vecchio proprietario di questo edificio sia stato ingiustamente giustiziato per un crimine che non ha mai commesso. Non rassegnandosi a questa ingiustizia, ha deciso di vagare fra gli stretti corridoi, fino al giorno in cui qualcuno non scoprirà il vero colpevole e lui avrà avuto la sua vendetta.

La mattina del primo giorno la trascorriamo a preparare un programma di lavoro e a litigare per la scelta delle stanze migliori.
Abbiamo estratto le lettere che ci ha inviato il nuovo proprietario con l'indirizzo e la foto della casa. La cosa che notiamo tutti è che l'immagine in foto sembra essere diversa dalla casa che ci troviamo di fronte. Pensiamo che il nostro datore di lavoro sia un ubriacone e passiamo oltre.

Riuniti intorno al tavolo ci descriviamo i sogni fatti da ognuno, partendo dallo scoprire gli oggetti, a noi sconosciuti, che ci sono stati assegnati casualmente e che solo il fantasma conosce. Ad ogni sensitivo è infatti assegnata una tripletta di obiettivi da scoprire: uno contiene un oggetto, un altro il luogo e l'ultimo un personaggio. Ogni tripletta rappresenta uno dei sospettati del crimine e tocca a noi scoprire chi tra questi è l'assassino. Mettiamo in tavola i nostri sogni e insieme cerchiamo di capire cosa il fantasma ha voluto dire ad ognuno di noi. Io racconto di aver ricevuto come immagine una casa fluttuante e in basso un teschio di un animale. Insieme arriviamo a decidere che il fantasma vorrebbe indicare il passare del tempo e quindi che l'oggetto a me assegnato è l'orologio!
Proseguiamo allo stesso modo con tutti e alla fine del giorno abbiamo scoperto tutti gli oggetti tranne uno. Guardiamo storto sia il sensitivo sia il fantasma (anche se non sappiamo precisamente dove sia in questo momento).
Ritorniamo a dormire, sperando che il giorno dopo riusciremo a scoprire l'oggetto rimanente e poter passare così a scoprire in quale luogo si trovavano i sospettati.

Il mercoledì e il giovedì li passiamo a interpretare i nuovi sogni e a scoprire in che luogo si trovavano i vari sospettati. Il venerdì, durante una seduta comune per l'interpretazione dei sogni, uno dei sensitivi, scoraggiato e stanco, se ne esce con ''Ma questo fantasma, invece di riempirci di questi sogni strani e inconcludenti, perché non ci invia un' immagine di qualche bella ragazza in bikini?!'' Al che Hoplomus risponde ''Altrimenti dovremmo cambiare le lenzuola ogni giorno!'' Nell'ilarità generale riusciamo a scoprire finalmente i personaggi a noi associati, non ci resta che scoprire chi, tra questi, è l'assassino. Abbiamo ancora il sabato e la domenica a disposizione.
La notte abbiamo un unico sogno comune, in cui ci vengono assegnate tre immagini, una riguarda l'oggetto, una il luogo e una il personaggio. Le nostre menti lavorano, mentre siamo circondati da un olezzo quasi tangibile. Il sudore cola dalla nostra fronte bagnando i fogli su cui avevamo fatto qualche disegno. Jaahn, il maniaco dei materiali, ci sgrida, rimproverandoci per la nostra disattenzione.
Alla fine puntiamo tutti sul mago, certi che le nostre elucubrazioni abbiano fatto centro.
Completamente fuori strada! Il fantasma è ancora qui, arrabbiato per la nostra incapacità. Ci resta un solo giorno, la domenica. O indoviniamo o finisce male. Trascorriamo tutta la giornata a pensare, durante il pranzo, tra un boccone e l'altro, si avanzano ipotesi. Arriva la sera, la luna è alta nel cielo stellato. Abbiamo ormai perso le speranze quando ad un tratto da fuori una finestra sentiamo provenire delle urla. Ci affacciamo e vediamo che uno dei sensitivi è piegato sulle ginocchia, dietro un cespuglio. Ha un'espressione di grande sforzo sul viso mentre ci dice che ha avuto una delle sue intuizioni geniali. Ci dà il nome dell'assassino e noi lo comunichiamo al fantasma. L'attesa è estenuante, aspettiamo un segno. L'unica cosa che riceviamo è un filo di vento che passa su di noi e se ne sale verso l'alto.
Ci abbracciamo, mescolando i nostri odori e il nostro sollievo. Siamo pronti per tornare a casa ma prima dobbiamo passare dal nuovo proprietario.
Gli affari sono affari e il nostro lavoro va pagato.
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