Delle novità ludiche che si sono affacciate sul mondo ad Essen 2014, particolare menzione va ad Alchemists, un gioco di Matùs Kotry edito dalla CGE.
Il gioco, su cui ci ha messo lo zampino lo stesso Vlaada Chvatil, prolifico autore ceco, ha subito creato hype e diatribe legate all'uso in gioco di un supporto "tecnologico" - lo smartphone (ma ci arriveremo tra poco).
COMPONENTI
Apriamo la nostra copia e troviamo all'interno della scatola componenti di qualità (prevalentemente cartone). Oltre a due tabelloni che fungono da punto di appoggio per molti elementi di gioco, saltano agli occhi i "laboratori" in 4 colori diversi (uno per giocatore) che vanno montati prima di iniziare la partita. Completano la dotazione segnalini di vario tipo, mazzi di carte artefatto, ingrediente, favore e sconto, e un blocchetto, su cui andremo ad annotare le nostre scoperte alchemiche.
Scoperte alchemiche? Avete capito bene, in Alchemists i giocatori (da 2 a 4) vestono i panni di alchimisti il cui compito è quello di scoprire i segreti sulla natura degli ingredienti, al fine di acquisire fama e reputazione attraverso pubblicazioni e conferenze. Obiettivo del gioco è acquisire più punti fama dei "colleghi" (i nostri avversari) entro la fine dei 6 round di cui si compone una partita.
Ho attirato la vostra attenzione? Bene, perchè l'alchimia ha molto da offrire ai vogliosi di sapere.
IL GIOCO



E' importante notare che gli ingredienti che utilizziamo sono ignoti agli altri giocatori, per cui le scoperte che si fanno dipendono dai propri esperimenti, con poca possibilità di carpire informazioni preziose dai nostri avversari.
Fatta questa doverosa premessa (in cui è racchiusa la vera novità portata in campo da Alchemists), il gioco si snocciola in 6 round in cui i giocatori eseguono azioni sul tabellone principale, piazzando a ogni round i propri cubetti azione ed eseguendo le azioni pianificate secondo l'ordine di turno, partendo dal primo spazio sul tabellone fino all'ultimo. In breve, osserviamo quali sono le possibilità dei giocatori.
- Nel boschetto i giocatori si riforniscono di ingredienti;
- Dall'anziano possono scambiare ingredienti con importanti monete d'oro;
- Al mercato (in basso a sinistra nel tabellone) possono vendere pozioni agli avventurieri per racimolare ulteriori monete d'oro;
- Dal venditore di artefatti possono acquistare carte artefatto, che forniscono utili poteri al giocatore che li acquista;
- I successivi due spazi servono a pubblicare e contestare teorie (ne parleremo tra poco),
- Gli ultimi due permettono di eseguire esperimenti, su uno studente (il primo spazio), o su se stessi (il secondo). In pratica ci viene data la possibilità di eseguire un esperimento con gli ingredienti che abbiamo conservato in mano, nelle stesse modalità descritte prima (usando, cioè, l'app). In base al risultato, però, potremmo incorrere in alcuni svantaggi. Ad esempio, dare da bere una pozione negativa allo studente farà sì che i successivi giocatori che vogliano propinargli una pozione debbano prima "convincerlo" a bere, offrendogli una moneta d'oro. Ancor più gravi gli effetti se siamo noi stessi a bere una pozione negativa, ma può essere una buona scelta se non abbiamo oro da offrire allo studente. Gli esperimenti, di turno in turno, ci permettono di arrivare alla verità, e sarà allora che useremo lo spazio dell'editore per pubblicare una teoria.
- Pagando una moneta d'oro all'editore, possiamo associare a uno degli ingredienti una natura alchemica, e apporre sulla scoperta un nostro sigillo, che in primis sancisce la nostra opera, facendoci subito guadagnare preziosi punti reputazione (segnati sul bordo della plancia), e poi permette di fare punti a fine partita qualora la teoria pubblicata si rivelasse esatta.
Esatta? Sì, perchè, il gioco permette di pubblicare una teoria senza fornire prova alcuna sulla sua veridicità, e pur di ottenere punti un giocatore può "azzardare" una teoria. Magari con i suoi esperimenti un alchimista è arrivato alla conclusione che il fungo possiede un aspetto rosso positivo e blu positivo, ma non è sicuro dell'aspetto verde. A tal fine il giocatore dispone di alcuni sigilli che sul retro mostrano un dubbio riguardo un determinato colore, altri mostrano una stella d'oro o d'argento. Se un giocatore è sicuro della propria scoperta, userà un sigillo stellato per guadagnare punti a fine partita, ma se è in dubbio su un colore può usare un sigillo che "dubiti" di quel colore. Non guadagnerà punti a fine partita, ma avrà nel contempo pubblicato una teoria, e il gioco premia durante i vari round gli alchimisti che hanno pubblicato un certo numero di teorie.
Un giocatore particolarmente sicuro di una teoria già pubblicata da un altro giocatore può "appoggiare" quella teoria applicandovi un suo sigillo. Il beneficio consiste nell'aver comunque pubblicato una teoria che conta durante il gioco e può dare punti a fine partita se si rivela esatta.
Se un giocatore però si rende conto che una teoria è sbagliata, può usare lo spazio azione che permette di confutare una teoria. Usando sempre l'app, il giocatore potrà dimostrare che la teoria pubblicata sul fungo è sbagliata, in pratica rivelando il segno di uno dei tre aspetti. In caso di successo, chi confuta prende reputazione, chi viene confutato ne perde, a meno che non abbia correttamente dubitato del colore sul quale è stato smascherato (da qui l'utilità dell'usare sigilli "dubbio"). In caso di fallimento, chi ha provato a confutare perde reputazione per aver sprecato il tempo della comunità scientifica.
Il gioco prosegue fino al sesto round, in cui i giocatori possono raggranellare punti extra con una esibizione finale in cui mostrano la propria bravura nel creare differenti tipi di pozioni, e termina con l'assegnazione dei punti finale. L'app ci mostrerà la verità riguardo le associazioni ingrediente-alchemico, e faremo ulteriori punti con i sigilli stellati per le teorie giuste (perdendone per le teorie sbagliate), e con particolari artefatti.
CONSIDERAZIONI

Altri detrattori non vedono di buon occhio la presenza di un apparecchio a tavola che è spesso oggetto di distrazione causa messaggini, internet, o notifiche dai social network. Anche questa mi pare un'accusa infondata, anche perchè si basa sul comune rispetto dei partecipanti nei confronti dei giocatori al tavolo. Basta impostare il cellulare in modalità aereo e lo smartphone diviene a tutti gli effetti uno strumento di gioco, peraltro indispensabile, se si pensa alla fluidità che garantisce alle varie fasi di gioco e alla possibilità di randomizzazione delle coppie ingredienti-alchemici, praticamente infinita.
Secondo il parere di chi scrive, l'inclusione nel mondo dei giochi da tavola di supporti digitali costituisce il futuro, e va vista come qualcosa da incoraggiare. Tutti i giocatori a cui l'ho fatto provare sono rimasti piacevolmente sorpresi da questa "novità" e sono d'accordo con me che senza l'uso di un'app questo gioco non avrebbe potuto vedere luce. Come ho già detto, le possibilità di sviluppo sono infinite, e non nego una certa curiosità circa i giochi che verranno e che continueranno a fare tesoro di questi connubi tra mondo analogico e digitale.
L'esperienza di gioco è ottima e grandemente immersiva. Ci si cala facilmente nei panni di un alchimista grazie ai materiali inclusi e all'ottimo regolamento che, in chiave ironica e in pieno stile CGE (o dovrei dire Chvatil?), in molti punti include divertenti spiegazioni circa molte delle regole, che a ben vedere trovano tutte una logica adatta al contesto.
Le strategie attuabili sono molte, e il sistema incoraggia l'acquisto di artefatti e la pubblicazione di teorie, e anche la confutazione delle stesse che, voglio tener presente, è possibile anche nei riguardi delle proprie teorie. E' possibilissimo pubblicare una teoria sapendo di averla sbagliata (dubitando col giusto sigillo) per guadagnare subito reputazione, e successivamente auto-confutarsi guadagnando ulteriori punti grazie alla confutazione. L'aggiunta del comune sistema di piazzamento dei cubetti azione aggiunge altra strategia, senza contare la possibilità di godere di ulteriori bonus grazie alle carte favore, di cui non ho parlato ma che lascio alla vostra esplorazione del gioco.
Piccola considerazione sulla scalabilità e sull'aleatorietà: leggo spesso domande circa l'effettiva scalabilità in 2 di questo titolo. Ho giocato numerose partite in 2 giocatori e devo dire che l'ho sempre trovato perfettamente godibile. Il numero delle azioni eseguibili ogni round scala in funzione del numero di partecipanti, e sebbene applicando strategie differenti, il gioco non perde alcunchè del suo fascino.
Sull'aleatorietà potrei dire che il gioco ne risente poco, tutti gli artefatti che saranno disponibili in partita (e che in alcuni casi guidano la nostra strategia) sono noti dall'inizio, anche se la pesca conveniente di ingredienti e favori può alterare (di poco) gli equilibri al tavolo se a beneficarne sono sempre le stesse persone. Il vero colpo di fortuna lo si può trovare nell'esecuzione degli esperimenti: eseguire un esperimento non garantisce in ogni caso nuove informazioni, ed è possibile perdere uno o due tentativi nella ricerca di un particolare aspetto. Nel complesso, ritengo che il gioco risente poco dell'incidenza aleatoria.
In definitiva, sento di poter consigliare caldamente questo titolo, per me la vera novità del 2014.
CONSIGLIATO A...
Consiglio Alchemists a giocatori già avvezzi al gioco da tavolo, con particolare interesse verso le meccaniche di piazzamento lavoratori e gestione delle risorse, oltre che deduzione. Lo sconsiglio a giocatori di primo pelo, che potrebbero rimanere un po' "scottati" dalla buona mole di regole da tenere a mente.
Bellissima recensione! Chiedo scusa, scrivi che è possibile auto-confutarsi... Ho letto male il regolamento o è una cosa che non si potrebbe fare? Grazie in anticipo e complimenti per il blog!
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